Nelle pazienti con carcinoma mammario l’impatto dell’esercizio fisico dopo la diagnosi e prima del trattamento sull’intervallo libero da recidiva a distanza è una funzione del sottotipo tumorale e della presenza o meno di menopausa, come mostrato da nuovi dati recentemente pubblicati su The Journal of Clinical Oncology.
Gli autori hanno condotto un’analisi di coorte prospettica multicentrica su 10359 pazienti con carcinoma mammario primario arruolate nello studio francese CANcer TOxicities tra il 2012 e il 2018, con un follow-up fino a ottobre 2021; poiché l’attività fisica post-diagnosi si associa a una riduzione della mortalità per tumore mammario, lo studio ha voluto indagare l’impatto dell’esercizio sull’intervallo libero da recidiva a distanza, oltre che la relativa relazione dose-risposta. I risultati hanno mostrato un’associazione non lineare tra esercizio fisico e recidiva: l’aumento dell’esercizio a una dose uguale o superiore a 5 equivalenti metabolici di ore di attività a settimana (MET-h/settimana) è risultato associato a una riduzione degli eventi di recidiva, fino a circa 25 MET-h/settimana; un incremento dell’esercizio oltre questa soglia non ha prodotto invece alcun beneficio aggiuntivo. La stratificazione delle pazienti ha rivelato che i sottotipi in cui l’impatto è risultato maggiore erano i tumori HR-/HER2- e HR-/HER2+; anche le donne in premenopausa hanno risposto meglio all’esercizio fisico. Come concludono gli autori, «I nostri dati suggeriscono l’ipotesi che le dosi di esercizio al di sotto e al di sopra di una zona omeostatica (intervallo terapeutico) conferiscano un beneficio non ottimale in termini di recidiva, ma anche che i potenziali effetti antitumorali dell’attività fisica possano essere limitati solo a determinati sottotipi di pazienti con carcinoma mammario primario. Sono necessari studi in fase iniziale che valutino se la terapia fisica abbia un’attività antitumorale basata su meccanismi biologici e se questa differisca in funzione delle caratteristiche molecolari del tumore, per guidare l’ideazione di studi definitivi più ampi».
Nelle pazienti con carcinoma mammario l’impatto dell’esercizio fisico dopo la diagnosi e prima del trattamento sull’intervallo libero da recidiva a distanza è una funzione del sottotipo tumorale e della presenza o meno di menopausa, come mostrato da nuovi dati recentemente pubblicati su The Journal of Clinical Oncology.
Gli autori hanno condotto un’analisi di coorte prospettica multicentrica su 10359 pazienti con carcinoma mammario primario arruolate nello studio francese CANcer TOxicities tra il 2012 e il 2018, con un follow-up fino a ottobre 2021; poiché l’attività fisica post-diagnosi si associa a una riduzione della mortalità per tumore mammario, lo studio ha voluto indagare l’impatto dell’esercizio sull’intervallo libero da recidiva a distanza, oltre che la relativa relazione dose-risposta. I risultati hanno mostrato un’associazione non lineare tra esercizio fisico e recidiva: l’aumento dell’esercizio a una dose uguale o superiore a 5 equivalenti metabolici di ore di attività a settimana (MET-h/settimana) è risultato associato a una riduzione degli eventi di recidiva, fino a circa 25 MET-h/settimana; un incremento dell’esercizio oltre questa soglia non ha prodotto invece alcun beneficio aggiuntivo. La stratificazione delle pazienti ha rivelato che i sottotipi in cui l’impatto è risultato maggiore erano i tumori HR-/HER2- e HR-/HER2+; anche le donne in premenopausa hanno risposto meglio all’esercizio fisico. Come concludono gli autori, «I nostri dati suggeriscono l’ipotesi che le dosi di esercizio al di sotto e al di sopra di una zona omeostatica (intervallo terapeutico) conferiscano un beneficio non ottimale in termini di recidiva, ma anche che i potenziali effetti antitumorali dell’attività fisica possano essere limitati solo a determinati sottotipi di pazienti con carcinoma mammario primario. Sono necessari studi in fase iniziale che valutino se la terapia fisica abbia un’attività antitumorale basata su meccanismi biologici e se questa differisca in funzione delle caratteristiche molecolari del tumore, per guidare l’ideazione di studi definitivi più ampi».