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La nostra storia

Gianni Bonadonna è stato un pioniere indiscusso in Oncologia. Dopo la laurea all’Università di Milano nel 1959, iniziò la sua carriera di oncologo al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, dove ebbe come mentore David Karnofsky, per il quale sviluppò una profonda e indelebile ammirazione.

Quando a metà degli anni Sessanta tornò in Italia, all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove divenne direttore del Dipartimento di Oncologia Medica l’oncologia non era considerata una disciplina medica a sé stante, ma solo una parte della medicina interna. I pazienti venivano indirizzati agli oncologi medici (all’epoca chiamati semplicemente “chemioterapisti”) solo quando il cancro superava i limiti della chirurgia e della radioterapia. L’incessante lavoro e l’attività di Gianni Bonadonna hanno rivoluzionato questa situazione per rendere il cancro una malattia curabile.

Per raggiungere il suo obiettivo impiegò i migliori strumenti per lo studio dei farmaci emergenti e sottolineò l’importanza di coordinare in un approccio combinato l’attività e gli sforzi dell’oncologia medica con quelli della chirurgia e della radioterapia.
All’inizio degli anni Settanta, Bonadonna condusse ricerche di primo piano sul cancro al seno. I suoi studi sulla terapia adiuvante dimostrarono che con la somministrazione di farmaci diretti contro il tumore, in assenza di malattia clinicamente evidente dopo l’intervento chirurgico, si otteneva una riduzione del rischio di recidiva e di morte delle donne con tumore al seno.

Questo ha portato a una rivoluzione mondiale nell’approccio terapeutico del tumore al seno operabile, che ha aumentato e continua ad aumentare le possibilità di curare migliaia di donne ogni anno.

La nascita dell'"Ufficio operativo"

Quasi ossessionato dalla qualità dei dati, Gianni Bonadonna organizzò un centro di coordinamento per la raccolta e l’analisi dei dati degli studi clinici: era necessario creare un “ufficio speciale” per il coordinamento dei protocolli.

“Operations Office” è un termine americano, che deriva dalla terminologia militare anglosassone e si riferisce al centro in cui vengono tracciati e coordinati i piani per le operazioni di guerra. Questo termine è stato ritenuto perfettamente adatto all’Ufficio per la guerra contro il cancro.
Negli Stati Uniti i “Clinical Operations Offices” avevano un’équipe composta da un coordinatore, statistici, data manager, segretarie. A Milano, come nel resto d’Italia, non esistevano strutture simili a quelle americane ed era tutto da inventare e far funzionare, ma grazie all’impegno di Gianni Bonadonna, nel 1972 venne ufficialmente istituito il primo Ufficio Operativo italiano presso l’Istituto Tumori di Milano.

A quel punto, iniziò la vera sfida. A quel tempo, in Italia gli strumenti tecnici e metodologici come i supporti informatici, statistici e gestionali – che oggi rappresentano la dotazione indispensabile di ogni Clinical Operations Office – erano avveniristici.
Nessuno poteva prevedere che i risultati degli studi clinici progettati e condotti dall’équipe di Bonadonna non solo sarebbero stati pubblicati sulle più prestigiose riviste internazionali, ma avrebbero addirittura contribuito a migliorare la prognosi in diversi tumori maligni e a modificare, nel tempo, le strategie terapeutiche in uso.
I risultati di questi studi hanno continuato a ricevere conferme nel tempo, in tutte le sperimentazioni successivamente condotte da altri ricercatori clinici.

Infine, nel 1999 Gianni Bonadonna fondò un’organizzazione no-profit specificamente rivolta a promuovere la ricerca sul cancro, per ottenere dati affidabili e precisi: Fondazione Michelangelo, di cui è stato Presidente fino al 2015, e la sua Clinical Research Organization interna, Michelangelo Tech.