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Fondazione Michelangelo al San Antonio Breast Cancer Symposium

Gli esperti e i dati della Fondazione in importanti sessioni educazionali per condividere conoscenze sul ruolo della terapia neoadiuvante e dell’imaging con citometria di massa nel tumore mammario

Dal San Antonio Breast Cancer Symposium un importante riconoscimento del lavoro della Fondazione Michelangelo e dei suoi esperti: il dottor Luca Gianni, cofondatore di Fondazione Michelangelo, Chair del “Breast Cancer Research Committee Fondazione Michelangelo” e presidente di Fondazione Gianni Bonadonna, è stato invitato a condividere le conoscenze sul ruolo della terapia neoadiuvante nel tumore mammario HER2+; Raza Ali, del Cancer Research UK Cambridge Institute, ha discusso la tecnologia di Imaging Mass Cytometry (IMC), un metodo messo a punto e applicato anche a dati di pazienti coinvolte in studi clinici della Fondazione Michelangelo. Durante la sessione educazionale dal titolo ‘Predictive Value of Treatment Response and Residual Disease after Neoadjuvant Therapy’ il dottor Luca Gianni ha discusso il ruolo della terapia neoadiuvante (ovvero somministrata prima della chirurgia) nel tumore mammario HER2+ analizzando dati provenienti da numerosi studi clinici in diversi scenari clinici. «Il successo degli studi clinici che hanno valutato terapie neoadiuvanti nel tumore mammario precoce HER2+ è andato di pari passo a studi traslazionali che stanno identificando marcatori predittivi della risposta patologica completa e della sopravvivenza libera da eventi, che sono e saranno usati per il fine-tuning di un approccio al trattamento sempre più su misura e di strategie di de-escalation di terapia sicure ed efficaci», ha spiegato il dottor Gianni. «Tutti i trattamenti attuali e futuri dipenderanno in gran parte dall’approccio neoadiuvante come strumento per una rapida valutazione del valore clinico delle nuove terapie. Tale approccio è stato finora utilizzato come base o evidenza di supporto per le approvazioni normative in tutto il mondo, sulla base del concetto che la risposta patologica completa può essere vista come un surrogato del beneficio clinico a lungo termine. I benefici dell’eradicazione del tumore a livello individuale continuano a supportare il semplice concetto clinico che una maggiore risposta patologica completa è meglio e le strategie che la consentono meritano di avere pieno credito». Nella sessione educazionale ‘Spatial and Single Cell Characterization of Breast Cancer Progression’ il dottor Raza Ali ha analizzato il ruolo dell’imaging con citometria di massa (IMC) nel tumore mammario. Questa tecnologia è stata applicata con successo allo studio dell’organizzazione spaziale e dell’eterogeneità dei tumori e del loro microambiente a livello di singola cellula e sta consentendo di stabilire correlazioni fra la struttura tumorale nello spazio e la possibile risposta all’immunoterapia: «L’imaging di campioni longitudinali raccolti prospetticamente in trial clinici è fattibile e le interazioni fra cellule sono elementi chiave nel predire la risposta all’immunoterapia; la struttura tumorale è determinante per tale risposta e individuarla attraverso l’IMC è potenzialmente molto utile per la personalizzazione delle terapie in immuno-oncologia», ha concluso Raza Ali.

Fondazione Michelangelo al San Antonio Breast Cancer Symposium

Gli esperti e i dati della Fondazione in importanti sessioni educazionali per condividere conoscenze sul ruolo della terapia neoadiuvante e dell’imaging con citometria di massa nel tumore mammario

Dal San Antonio Breast Cancer Symposium un importante riconoscimento del lavoro della Fondazione Michelangelo e dei suoi esperti: il dottor Luca Gianni, cofondatore di Fondazione Michelangelo, Chair del “Breast Cancer Research Committee Fondazione Michelangelo” e presidente di Fondazione Gianni Bonadonna, è stato invitato a condividere le conoscenze sul ruolo della terapia neoadiuvante nel tumore mammario HER2+; Raza Ali, del Cancer Research UK Cambridge Institute, ha discusso la tecnologia di Imaging Mass Cytometry (IMC), un metodo messo a punto e applicato anche a dati di pazienti coinvolte in studi clinici della Fondazione Michelangelo. Durante la sessione educazionale dal titolo ‘Predictive Value of Treatment Response and Residual Disease after Neoadjuvant Therapy’ il dottor Luca Gianni ha discusso il ruolo della terapia neoadiuvante (ovvero somministrata prima della chirurgia) nel tumore mammario HER2+ analizzando dati provenienti da numerosi studi clinici in diversi scenari clinici. «Il successo degli studi clinici che hanno valutato terapie neoadiuvanti nel tumore mammario precoce HER2+ è andato di pari passo a studi traslazionali che stanno identificando marcatori predittivi della risposta patologica completa e della sopravvivenza libera da eventi, che sono e saranno usati per il fine-tuning di un approccio al trattamento sempre più su misura e di strategie di de-escalation di terapia sicure ed efficaci», ha spiegato il dottor Gianni. «Tutti i trattamenti attuali e futuri dipenderanno in gran parte dall’approccio neoadiuvante come strumento per una rapida valutazione del valore clinico delle nuove terapie. Tale approccio è stato finora utilizzato come base o evidenza di supporto per le approvazioni normative in tutto il mondo, sulla base del concetto che la risposta patologica completa può essere vista come un surrogato del beneficio clinico a lungo termine. I benefici dell’eradicazione del tumore a livello individuale continuano a supportare il semplice concetto clinico che una maggiore risposta patologica completa è meglio e le strategie che la consentono meritano di avere pieno credito». Nella sessione educazionale ‘Spatial and Single Cell Characterization of Breast Cancer Progression’ il dottor Raza Ali ha analizzato il ruolo dell’imaging con citometria di massa (IMC) nel tumore mammario. Questa tecnologia è stata applicata con successo allo studio dell’organizzazione spaziale e dell’eterogeneità dei tumori e del loro microambiente a livello di singola cellula e sta consentendo di stabilire correlazioni fra la struttura tumorale nello spazio e la possibile risposta all’immunoterapia: «L’imaging di campioni longitudinali raccolti prospetticamente in trial clinici è fattibile e le interazioni fra cellule sono elementi chiave nel predire la risposta all’immunoterapia; la struttura tumorale è determinante per tale risposta e individuarla attraverso l’IMC è potenzialmente molto utile per la personalizzazione delle terapie in immuno-oncologia», ha concluso Raza Ali.