In un nuovo studio recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Oncology,un gruppo internazionale di esperti tra cui Luca Gianni, presidente della Fondazione Gianni Bonadonna, ha studiato il ruolo della risposta patologica completa nel carcinoma mammario in fase iniziale dopo la terapia neoadiuvante, dimostrando che si tratta di un forte fattore prognostico per la sopravvivenza libera da eventi e globale.
Gli autori hanno analizzato i dati individuali di 3710 pazienti randomizzate in 11 studi di terapia neoadiuvante per carcinoma mammario in fase iniziale HER2-positivo, per le quali erano disponibili i dati di risposta patologica completa, sopravvivenza libera da eventi, sopravvivenza globale e con un follow-up uguale o superiore a 3 anni (mediana 61,2 mesi); il trattamento sistemico neoadiuvante consisteva in chemioterapia più terapia anti-HER2 e l'analisi è stata condotta valutando anche la dimensione clinica del tumore al basale e lo stato dei linfonodi come altri fattori prognostici. I risultati hanno mostrato che, indipendentemente dallo stato dei recettori ormonali, dalle dimensioni del tumore e dallo stato linfonodale, la sopravvivenza libera da eventi a 5 anni e i tassi di sopravvivenza globale erano più alti nei pazienti con una risposta patologica completa rispetto ai pazienti senza. Nei pazienti con una risposta patologica completa, lo stadio tumorale prima del trattamento e il coinvolgimento linfonodale erano fattori prognostici per la sopravvivenza libera da eventi, identificando così i casi a più alto rischio di recidiva nonostante la risposta patologica completa; nei pazienti senza risposta patologica completa, la dimensione clinica del tumore, lo stato linfonodale e lo stato dei recettori ormonali erano fattori predittivi indipendenti e significativi sia per la sopravvivenza libera da eventi che per la sopravvivenza globale. Come ha scritto Kathy Miller, vicedirettore senior del Journal of Clinical Oncology, «Molti avevano ipotizzato che una risposta patologica completa fosse un ‘grande equalizzatore’ e che i pazienti che la raggiungono avessero un basso rischio di recidiva indipendentemente dall'estensione della malattia alla diagnosi. Questi risultati fanno riflettere: i medici non dovrebbero attenuare la terapia adiuvante nei pazienti con risposta patologica completa al di fuori di studi clinici ben progettati».
In un nuovo studio recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Oncology,un gruppo internazionale di esperti tra cui Luca Gianni, presidente della Fondazione Gianni Bonadonna, ha studiato il ruolo della risposta patologica completa nel carcinoma mammario in fase iniziale dopo la terapia neoadiuvante, dimostrando che si tratta di un forte fattore prognostico per la sopravvivenza libera da eventi e globale.
The authors analyzed individual data from 3710 patients randomly assigned in 11 neoadjuvant trials for HER2-positive early breast cancer, with available data for pathologic complete response, event-free survival, overall survival and a follow-up ≥3 years (median 61.2 months); the neoadjuvant systemic treatment consisted of chemotherapy plus anti-HER2 therapy and analysis was conducted assessing baseline clinical tumor size and clinical nodal status as other prognostic factors. Results showed that regardless of hormone receptor status, clinical tumor size and clinical nodal status, the 5-year event-free survival and overall survival rates were higher in patients with a pathologic complete response than in patients without. If patients experienced a pathologic complete response, pretreatment tumor stage and nodal involvement were prognostic factors for event-free survival, identifying patients at higher risk of relapse despite pathologic complete response; in patients without pathologic complete response, clinical tumor size, clinical nodal status and hormone receptor status were significant and independent predictors for both event-free survival and overall survival. As the Journal of Clinical Oncology senior deputy editor Kathy Miller wrote, «Many had assumed that achieving a pathologic complete response was the great equalizer and that patients with a pathologic complete response had a low risk of recurrence regardless of the extent of disease at diagnosis. These results are sobering: clinicians should not attenuate adjuvant therapy in patients with pathologic complete response outside of well-designed clinical trials»
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