Una ricerca coordinata da Fondazione Michelangelo, pubblicata di recente su Clinical Cancer Research, ha individuato come nel tumore mammario sia possibile superare la resistenza a combinazioni di farmaci mirati contro i recettori per gli estrogeni ed HER2: la nuova combinazione, che include l’inibitore CDK4/6 palbociclib, è un approccio efficace e senza chemioterapia per tumori mammari ER+/HER2+.
In questi tumori mammari la terapia endocrina ha efficacia limitata e l’aggiunta di farmaci anti-HER2 comporta di solito un miglioramento terapeutico limitato, suggerendo che il crosstalk fra HER2 e i recettori degli estrogeni possa essere superato attraverso vie molecolari alternative. I dati del nuovo studio, che sono stati ottenuti in vitro su sette diverse linee cellulari a cui è stata aggiunta la valutazione dell’espressione genica e di Ki67 in 28 pazienti, mostrano che inibendo CDK4/6 si evitano i meccanismi di fuga tumorali e si può indurre una transizione dalla quiescenza alla senescenza cellulare; i risultati sulle pazienti mostrano inoltre un calo del Ki67 dopo due settimane, con una parallela up-regulation dei geni correlati alla senescenza cellulare. Questi dati sono in accordo con i risultati ottenuti nel trial NA-PHER-2 , condotto su pazienti con tumore mammario ER+/HER2+ trattate con una combinazione di farmaci non chemioterapici mirati contro i recettori degli estrogeni, HER2 e CDK4/6 in terapia neoadiuvante. I risultati di questo nuovo studio offrono un’interpretazione sul possibile meccanismo alla base dell’aumento dell’attività clinica osservato con l’utilizzo di fulvestrant, trastuzumab e pertuzumab in associazione a palbociclib, indicando l’opportunità di un ulteriore sviluppo di questa strategia terapeutica e della ricerca di biomarcatori che siano predittivi di una senescenza tumorale sostenuta nei singoli pazienti.