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Lo screening per il tumore della mammella nelle donne dai 40 ai 49 anni

Uno studio canadese dimostra che i programmi di screening dedicati alle quarantenni aumentano la sopravvivenza netta ma non il tasso di diagnosi di tumore mammario

Un nuovo studio condotto da ricercatori canadesi, recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, potrebbe aiutare a fornire linee guida per lo screening del tumore mammario in donne di età compresa tra 40 e 49 anni: i risultati mostrano che i programmi di screening per le quarantenni sono associati a una sopravvivenza netta dopo cancro alla mammella a 10 anni significativamente più elevata nelle donne tra 40 e 49 anni, ma non a un aumento del tasso di diagnosi.

Lo studio è stato condotto in Canada, dove alcuni programmi di screening mammografico provinciali/territoriali includono donne tra 40 e 49 anni, mentre altri no: gli autori hanno valutato l’impatto di questi diversi programmi di screening sulla sopravvivenza netta a 10 anni e sui tassi di mortalità basati sull’incidenza, in donne di età compresa tra 40-49 anni o 50-59 anni alla diagnosi. I risultati mostrano che il tumore alla mammella è stato la causa principale di mortalità a 10 anni tra le donne 40-49enni che hanno ricevuto la diagnosi, con un’incidenza che non è aumentata tra coloro che vivono nelle giurisdizioni dove è previsto lo screening ma è invece cresciuta tra le donne di età compresa tra 50-59 anni che abitano in giurisdizioni senza screening. La sopravvivenza netta a 10 anni per le donne che hanno partecipato ai programmi di screening mammografico organizzato è stata di 1,9 punti percentuali superiore a quella delle donne che non vi sono state sottoposte, in particolare tra le donne di età compresa tra 45 e 49 anni (dove la differenza è risultata pari a 2,6 punti percentuali). Come concludono gli autori, «Nonostante la partecipazione non ottimale allo screening e una coorte di partecipanti che hanno ricevuto la diagnosi prima di due importanti progressi terapeutici, questo studio suggerisce che i programmi di screening del cancro alla mammella per le donne tra 40 e 49 anni possono tradursi in un significativo beneficio in termini di sopravvivenza. Lo screening rileva la maggior parte dei tumori al seno quando sono in fase iniziale, con una conseguente minore morbilità derivante dal trattamento. Inoltre, le preoccupazioni relative alla sovradiagnosi tra le quarantenni possono essere attenuate non solo dalla maggiore sopravvivenza osservata nelle giurisdizioni con programmi di screening, ma anche dalla somiglianza dei tassi di incidenza del tumore mammario nelle quarantenni che abitavano nelle diverse giurisdizioni e dalla constatazione che il cancro ha un impatto relativamente ampio sulla mortalità complessiva nelle donne di questa fascia di età che ricevono una diagnosi. I risultati di questo studio possono essere perciò utilizzati per aiutare a informare il processo decisionale in merito alle linee guida di screening per le donne dai 40 ai 49 anni».

Lo screening per il tumore della mammella nelle donne dai 40 ai 49 anni

Uno studio canadese dimostra che i programmi di screening dedicati alle quarantenni aumentano la sopravvivenza netta ma non il tasso di diagnosi di tumore mammario

Un nuovo studio condotto da ricercatori canadesi, recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Oncology potrebbe aiutare a fornire linee guida per lo screening del tumore mammario in donne di età compresa tra 40 e 49 anni: i risultati mostrano che i programmi di screening per le quarantenni sono associati a una sopravvivenza netta dopo cancro alla mammella a 10 anni significativamente più elevata nelle donne tra 40 e 49 anni, ma non a un aumento del tasso di diagnosi.

Lo studio è stato condotto in Canada, dove alcuni programmi di screening mammografico provinciali/territoriali includono donne tra 40 e 49 anni, mentre altri no: gli autori hanno valutato l’impatto di questi diversi programmi di screening sulla sopravvivenza netta a 10 anni e sui tassi di mortalità basati sull’incidenza, in donne di età compresa tra 40-49 anni o 50-59 anni alla diagnosi. I risultati mostrano che il tumore alla mammella è stato la causa principale di mortalità a 10 anni tra le donne 40-49enni che hanno ricevuto la diagnosi, con un’incidenza che non è aumentata tra coloro che vivono nelle giurisdizioni dove è previsto lo screening ma è invece cresciuta tra le donne di età compresa tra 50-59 anni che abitano in giurisdizioni senza screening. La sopravvivenza netta a 10 anni per le donne che hanno partecipato ai programmi di screening mammografico organizzato è stata di 1,9 punti percentuali superiore a quella delle donne che non vi sono state sottoposte, in particolare tra le donne di età compresa tra 45 e 49 anni (dove la differenza è risultata pari a 2,6 punti percentuali). Come concludono gli autori, «Nonostante la partecipazione non ottimale allo screening e una coorte di partecipanti che hanno ricevuto la diagnosi prima di due importanti progressi terapeutici, questo studio suggerisce che i programmi di screening del cancro alla mammella per le donne tra 40 e 49 anni possono tradursi in un significativo beneficio in termini di sopravvivenza. Lo screening rileva la maggior parte dei tumori al seno quando sono in fase iniziale, con una conseguente minore morbilità derivante dal trattamento. Inoltre, le preoccupazioni relative alla sovradiagnosi tra le quarantenni possono essere attenuate non solo dalla maggiore sopravvivenza osservata nelle giurisdizioni con programmi di screening, ma anche dalla somiglianza dei tassi di incidenza del tumore mammario nelle quarantenni che abitavano nelle diverse giurisdizioni e dalla constatazione che il cancro ha un impatto relativamente ampio sulla mortalità complessiva nelle donne di questa fascia di età che ricevono una diagnosi. I risultati di questo studio possono essere perciò utilizzati per aiutare a informare il processo decisionale in merito alle linee guida di screening per le donne dai 40 ai 49 anni».