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Sacituzumab govitecan nel tumore mammario metastatico ER+/HER2-

Il trial di fase 3 TROPiCS-02 dimostra che il farmaco anticorpo-coniugato è sicuro ed efficace nel tumore mammario metastatico molto pretrattato con opzioni di terapia limitate

Un nuovo studio pubblicato di recente su The Lancet ha dimostrato un beneficio statisticamente e clinicamente significativo di sacituzumab govitecan nella sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia, con un profilo di sicurezza gestibile, in pazienti con carcinoma mammario metastatico endocrino-resistente, positivo per i recettori ormonali e HER2-negativo.

Lo studio TROPiCS-02 è uno studio randomizzato, in aperto, multicentrico, di fase 3 in cui pazienti con carcinoma mammario ER+/HER2- metastatico o con recidive locali non operabili e con opzioni terapeutiche limitate sono state assegnate in modo casuale a ricevere sacituzumab govitecan o chemioterapia. Sacituzumab govitecan è un farmaco anticorpo-coniugato che trasporta SN-38, il metabolita attivo dell’inibitore della topoisomerasi irinotecan, mirato a Trop-2, l’antigene 2 della superficie cellulare del trofoblasto, un trasduttore transmembrana del segnale del calcio altamente espresso nel tumore della mammella e legato a una prognosi sfavorevole. Sacituzumab govitecan è approvato in diversi paesi per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario triplo negativo localmente avanzato o metastatico non resecabile che abbiano ricevuto almeno due precedenti terapie sistemiche; i risultati precedenti dello studio TROPiCS-02 hanno mostrato un beneficio significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia rispetto alla chemioterapia nel carcinoma mammario metastatico ER+/HER2-. I nuovi dati mostrano che, dopo un follow-up mediano di 12,5 mesi, la sopravvivenza globale è significativamente migliorata con sacituzumab govitecan rispetto alla chemioterapia (mediana di 14,4 mesi contro 11,2 mesi), con un beneficio coerente tra i sottogruppi relativamente all’espressione di Trop-2. Il tasso di risposta obiettiva è risultato significativamente migliorato con sacituzumab govitecan rispetto alla chemioterapia, così come il tempo necessario per arrivare a un peggioramento dello stato di salute globale, della qualità della vita e dell’affaticamento; inoltre, il profilo di sicurezza di sacituzumab govitecan è risultato coerente con gli studi precedenti. «Questi risultati dimostrano che sacituzumab govitecan è un trattamento efficace e sicuro per le pazienti con carcinoma mammario metastatico pretrattato, endocrino-resistente HR+/HER2–, e costituisce una nuova scelta terapeutica per le pazienti con opzioni di trattamento limitate», concludono gli autori. Sulla base di queste analisi, sacituzumab govitecan è stato approvato negli Stati Uniti nel febbraio 2023 e nell’Unione Europea nel luglio 2023 per le pazienti con carcinoma mammario non resecabile localmente avanzato o metastatico HR+ e HER2– che abbiano ricevuto terapia endocrina e almeno due ulteriori terapie sistemiche in fase metastatica.

Sacituzumab govitecan nel tumore mammario metastatico ER+/HER2-

Il trial di fase 3 TROPiCS-02 dimostra che il farmaco anticorpo-coniugato è sicuro ed efficace nel tumore mammario metastatico molto pretrattato con opzioni di terapia limitate

Un nuovo studio pubblicato di recente su The Lancet ha dimostrato un beneficio statisticamente e clinicamente significativo di sacituzumab govitecan nella sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia, con un profilo di sicurezza gestibile, in pazienti con carcinoma mammario metastatico endocrino-resistente, positivo per i recettori ormonali e HER2-negativo.

Lo studio TROPiCS-02 è uno studio randomizzato, in aperto, multicentrico, di fase 3 in cui pazienti con carcinoma mammario ER+/HER2- metastatico o con recidive locali non operabili e con opzioni terapeutiche limitate sono state assegnate in modo casuale a ricevere sacituzumab govitecan o chemioterapia. Sacituzumab govitecan è un farmaco anticorpo-coniugato che trasporta SN-38, il metabolita attivo dell’inibitore della topoisomerasi irinotecan, mirato a Trop-2, l’antigene 2 della superficie cellulare del trofoblasto, un trasduttore transmembrana del segnale del calcio altamente espresso nel tumore della mammella e legato a una prognosi sfavorevole. Sacituzumab govitecan è approvato in diversi paesi per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario triplo negativo localmente avanzato o metastatico non resecabile che abbiano ricevuto almeno due precedenti terapie sistemiche; i risultati precedenti dello studio TROPiCS-02 hanno mostrato un beneficio significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia rispetto alla chemioterapia nel carcinoma mammario metastatico ER+/HER2-. I nuovi dati mostrano che, dopo un follow-up mediano di 12,5 mesi, la sopravvivenza globale è significativamente migliorata con sacituzumab govitecan rispetto alla chemioterapia (mediana di 14,4 mesi contro 11,2 mesi), con un beneficio coerente tra i sottogruppi relativamente all’espressione di Trop-2. Il tasso di risposta obiettiva è risultato significativamente migliorato con sacituzumab govitecan rispetto alla chemioterapia, così come il tempo necessario per arrivare a un peggioramento dello stato di salute globale, della qualità della vita e dell’affaticamento; inoltre, il profilo di sicurezza di sacituzumab govitecan è risultato coerente con gli studi precedenti. «Questi risultati dimostrano che sacituzumab govitecan è un trattamento efficace e sicuro per le pazienti con carcinoma mammario metastatico pretrattato, endocrino-resistente HR+/HER2–, e costituisce una nuova scelta terapeutica per le pazienti con opzioni di trattamento limitate», concludono gli autori. Sulla base di queste analisi, sacituzumab govitecan è stato approvato negli Stati Uniti nel febbraio 2023 e nell’Unione Europea nel luglio 2023 per le pazienti con carcinoma mammario non resecabile localmente avanzato o metastatico HR+ e HER2– che abbiano ricevuto terapia endocrina e almeno due ulteriori terapie sistemiche in fase metastatica.