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Le caratteristiche molecolari di un sottogruppo di tumori mammari particolarmente aggressivi possono suggerire le strategie terapeutiche più efficaci

Uno studio dei ricercatori della Fondazione Michelangelo in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele offre nuovi spunti per la terapia dei tumori mammari basata sulle caratteristiche molecolari

Un’analisi approfondita su più coorti di pazienti con tumori mammari ER+/HER2- che ha indagato le differenze genomiche e trascrittomiche tra il sottogruppo ad alta proliferazione/bassa segnalazione correlata ai recettori ormonali (MKShi/ERSlo) e gli altri tumori ER+/HER2-, recentemente pubblicata sul British Journal of Cancer da ricercatori della Fondazione Michelangelo e dell’Ospedale San Raffaele di Milano, suggerisce nuove strategie terapeutiche per migliorare la sopravvivenza dei pazienti.

In questo studio, gli autori hanno valutato le risposte al trattamento e le caratteristiche molecolari dei tumori alla mammella MKShi/ERSlo, analizzando i dati di espressione genica di pazienti che hanno ricevuto chemioterapia neoadiuvante con o senza pembrolizumab oppure una terapia endocrina con o senza palbociclib, per valutare la risposta al trattamento nei sottogruppi MKShi/ERSlo. I risultati mostrano che i tumori MKShi/ERSlo hanno tassi di risposta patologica alla chemioterapia neoadiuvante più elevati rispetto ai tumori MKShi/ERShi (22% vs 8%) ma un rischio di recidiva più alto (con una sopravvivenza libera da metastasi a 4 anni del 70% contro il 94%). Altre caratteristiche molecolari dei tumori MKShi/ERSlo includevano mutazioni nei geni TP53 e PIK3CA, un’elevata espressione di biomarcatori associati alla resistenza al palbociclib (ciclina-E, Rbsig e IRPR) e alla risposta ad immunoterapia. I tumori MKShi/ERSlo hanno mantenuto un’elevata proliferazione dopo la terapia endocrina con o senza palbociclib, ma hanno avuto tassi di risposta patologica completa più elevati quando pembrolizumab è stato aggiunto alla chemioterapia neoadiuvante. Complessivamente questi risultati mostrano che i tumori MKShi/ERSlo rappresentano un sottoinsieme molecolare distinto all’interno dei tumori al seno ER+/HER2-: oltre ad avere esiti sfavorevoli, sono più frequentemente tumori sensibili alla chemioterapia ma resistenti alla terapia endocrina e al palbociclib. Come concludono gli autori, «Le loro caratteristiche molecolari forniscono una spiegazione per il tasso più elevato di resistenza endocrina e la prognosi complessivamente peggiore. È importante sottolineare che un sottogruppo di tumori MKShi/ERSlo presenta un’elevata sensibilità alla chemioterapia, come indica il tasso di risposta patologica completa relativamente elevato, pari a circa il 20%, che sembra essere ulteriormente migliorato dall’aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia neoadiuvante. Inoltre, circa il 30% di questi tumori presenta mutazioni PIK3CA, suggerendo che gli inibitori PIK3CA in terapia adiuvante possono rappresentare una classe di farmaci che vale la pena indagare in studi clinici prospettici. L’analisi dei biomarcatori e i dati clinici infine suggeriscono un potenziale ruolo dell’immunoterapia nei tumori MKShi/ERSlo».

Le caratteristiche molecolari di un sottogruppo di tumori mammari particolarmente aggressivi possono suggerire le strategie terapeutiche più efficaci

Uno studio dei ricercatori della Fondazione Michelangelo in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele offre nuovi spunti per la terapia dei tumori mammari basata sulle caratteristiche molecolari

Un’analisi approfondita su più coorti di pazienti con tumori mammari ER+/HER2- che ha indagato le differenze genomiche e trascrittomiche tra il sottogruppo ad alta proliferazione/bassa segnalazione correlata ai recettori ormonali (MKShi/ERSlo) e gli altri tumori ER+/HER2-, recentemente pubblicata sul British Journal of Cancer da ricercatori della Fondazione Michelangelo e dell’Ospedale San Raffaele di Milano, suggerisce nuove strategie terapeutiche per migliorare la sopravvivenza dei pazienti.

In questo studio, gli autori hanno valutato le risposte al trattamento e le caratteristiche molecolari dei tumori alla mammella MKShi/ERSlo, analizzando i dati di espressione genica di pazienti che hanno ricevuto chemioterapia neoadiuvante con o senza pembrolizumab oppure una terapia endocrina con o senza palbociclib, per valutare la risposta al trattamento nei sottogruppi MKShi/ERSlo. I risultati mostrano che i tumori MKShi/ERSlo hanno tassi di risposta patologica alla chemioterapia neoadiuvante più elevati rispetto ai tumori MKShi/ERShi (22% vs 8%) ma un rischio di recidiva più alto (con una sopravvivenza libera da metastasi a 4 anni del 70% contro il 94%). Altre caratteristiche molecolari dei tumori MKShi/ERSlo includevano mutazioni nei geni TP53 e PIK3CA, un’elevata espressione di biomarcatori associati alla resistenza al palbociclib (ciclina-E, Rbsig e IRPR) e alla risposta ad immunoterapia. I tumori MKShi/ERSlo hanno mantenuto un’elevata proliferazione dopo la terapia endocrina con o senza palbociclib, ma hanno avuto tassi di risposta patologica completa più elevati quando pembrolizumab è stato aggiunto alla chemioterapia neoadiuvante. Complessivamente questi risultati mostrano che i tumori MKShi/ERSlo rappresentano un sottoinsieme molecolare distinto all’interno dei tumori al seno ER+/HER2-: oltre ad avere esiti sfavorevoli, sono più frequentemente tumori sensibili alla chemioterapia ma resistenti alla terapia endocrina e al palbociclib. Come concludono gli autori, «Le loro caratteristiche molecolari forniscono una spiegazione per il tasso più elevato di resistenza endocrina e la prognosi complessivamente peggiore. È importante sottolineare che un sottogruppo di tumori MKShi/ERSlo presenta un’elevata sensibilità alla chemioterapia, come indica il tasso di risposta patologica completa relativamente elevato, pari a circa il 20%, che sembra essere ulteriormente migliorato dall’aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia neoadiuvante. Inoltre, circa il 30% di questi tumori presenta mutazioni PIK3CA, suggerendo che gli inibitori PIK3CA in terapia adiuvante possono rappresentare una classe di farmaci che vale la pena indagare in studi clinici prospettici. Biomarker analysis and clinical data suggest a potential role for immunotherapy in MKShi/ERSlo tumors»