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Nuovi dati dallo studio NeoTRIP di Fondazione Michelangelo discussi durante il Congresso ESMO

Lo studio NeoTRIP mostra che non c’è miglioramento della sopravvivenza libera da eventi con l'aggiunta di atezolizumab alla chemioterapia neoadiuvante in pazienti non selezionate, ma documenta un possibile benefico in un sottogruppo definito con un predittore molecolare recentemente identificato

Nuovi risultati dallo studio NeoTRIP di Fondazione Michelangelo, presentati di recente durante il congresso ESMO, dimostrano che in donne con tumore mammario triplo negativo operabile l’anticorpo anti-PD-L1 atezolizumab aggiunto a chemioterapia con carboplatino e nab-paclitaxel in fase neoadiuvante non modifica in maniera significativa la sopravvivenza libera da eventi a 5 anni Un’analisi esplorativa che ha utilizzato predittori di risposta patologica completa emersi dallo stesso studio e recentemente pubblicati sulla rivista Nature suggerisce che un sottogruppo di tumori che hanno un’elevata densità di cellule CD8+ TCF1+ Ki67+ possa trarre beneficio dall’aggiunta di atezolizumab.

Lo studio NeoTRIP promosso da Fondazione Michelangelo è un trial clinico di fase III che, in pazienti con tumore mammario triplo negativo operabile ad alto rischio o localmente avanzato, valuta i benefici dell’aggiunta dell’anticorpo anti-PD-L1 atezolizumab alla chemioterapia con nab-paclitaxel e carboplatino in trattamento neoadiuvante.

I nuovi dati si riferiscono a 280 pazienti trattate con la chemioterapia neoadiuvante con o senza atezolizumab per 8 cicli prima della chirurgia, con lo scopo di confrontare la sopravvivenza libera da eventi, definiti come la progressione di malattia durante la terapia primaria, la recidiva di malattia dopo chirurgia o la morte per qualsiasi causa. I risultati mostrano che al follow-up mediano di 54 mesi la sopravvivenza libera da eventi è stata del 70.6% con atezolizumab e del 74.9% senza. L’espressione di PD-L1 e un numero più elevato di linfociti infiltranti il tumore nella biopsia iniziale erano prognostici per una migliore sopravvivenza libera da eventi, ma non predittivi del beneficio di atezolizumab. Tuttavia, un’analisi approfondita dei biomarcatori mediante imaging con citometria di massa tuttora in corso suggerisce che un sottogruppo di casi possa trarre beneficio da atezolizumab: un’analisi esplorativa ha mostrato che l’elevata densità di cellule immunitarie attivate CD8+ TCF1+ Ki67+ è collegata a un aumento della sopravvivenza libera da eventi solo in caso di aggiunta di atezolizumab. Inoltre, un’elevata densità di cellule CD8+ TCF1+ Ki67+ è risultata predittiva di una maggiore probabilità di risposta patologica completa (78,4% con atezolizumab vs 31,8% senza). I risultati dello studio NeoTRIP possono quindi contribuire a potenziare la ricerca di fattori predittivi del beneficio con inibitori del checkpoint immunitario che possano essere ampiamente applicati nelle donne con carcinoma mammario triplo negativo operabile.

Nuovi dati dallo studio NeoTRIP di Fondazione Michelangelo discussi durante il Congresso ESMO

Lo studio NeoTRIP mostra che non c’è miglioramento della sopravvivenza libera da eventi con l'aggiunta di atezolizumab alla chemioterapia neoadiuvante in pazienti non selezionate, ma documenta un possibile benefico in un sottogruppo definito con un predittore molecolare recentemente identificato

Nuovi risultati dallo studio NeoTRIP di Fondazione Michelangelo, presentati di recente durante il congresso ESMO, dimostrano che in donne con tumore mammario triplo negativo operabile l’anticorpo anti-PD-L1 atezolizumab aggiunto a chemioterapia con carboplatino e nab-paclitaxel in fase neoadiuvante non modifica in maniera significativa la sopravvivenza libera da eventi a 5 anni Un’analisi esplorativa che ha utilizzato predittori di risposta patologica completa emersi dallo stesso studio e recentemente pubblicati sulla rivista Nature suggerisce che un sottogruppo di tumori che hanno un’elevata densità di cellule CD8+ TCF1+ Ki67+ possa trarre beneficio dall’aggiunta di atezolizumab.

Lo studio NeoTRIP promosso da Fondazione Michelangelo è un trial clinico di fase III che, in pazienti con tumore mammario triplo negativo operabile ad alto rischio o localmente avanzato, valuta i benefici dell’aggiunta dell’anticorpo anti-PD-L1 atezolizumab alla chemioterapia con nab-paclitaxel e carboplatino in trattamento neoadiuvante.

I nuovi dati si riferiscono a 280 pazienti trattate con la chemioterapia neoadiuvante con o senza atezolizumab per 8 cicli prima della chirurgia, con lo scopo di confrontare la sopravvivenza libera da eventi, definiti come la progressione di malattia durante la terapia primaria, la recidiva di malattia dopo chirurgia o la morte per qualsiasi causa. I risultati mostrano che al follow-up mediano di 54 mesi la sopravvivenza libera da eventi è stata del 70.6% con atezolizumab e del 74.9% senza. L’espressione di PD-L1 e un numero più elevato di linfociti infiltranti il tumore nella biopsia iniziale erano prognostici per una migliore sopravvivenza libera da eventi, ma non predittivi del beneficio di atezolizumab. Tuttavia, un’analisi approfondita dei biomarcatori mediante imaging con citometria di massa tuttora in corso suggerisce che un sottogruppo di casi possa trarre beneficio da atezolizumab: un’analisi esplorativa ha mostrato che l’elevata densità di cellule immunitarie attivate CD8+ TCF1+ Ki67+ è collegata a un aumento della sopravvivenza libera da eventi solo in caso di aggiunta di atezolizumab. Inoltre, un’elevata densità di cellule CD8+ TCF1+ Ki67+ è risultata predittiva di una maggiore probabilità di risposta patologica completa (78,4% con atezolizumab vs 31,8% senza). I risultati dello studio NeoTRIP possono quindi contribuire a potenziare la ricerca di fattori predittivi del beneficio con inibitori del checkpoint immunitario che possano essere ampiamente applicati nelle donne con carcinoma mammario triplo negativo operabile.